Ronchi dei Legionari – Corso di Agricoltura Sinergica con Antonio De Falco – Aprile 2015

Durante l’estate del primo anno dell’orto entelekia ( 2014 ) dopo ennesima mattinata passata a guardare su youtube i video ‘il giardino di Emilia Hazelip‘ e ‘il contadino contemporaneo‘ sento formularsi nitidamente in me la volontà di incontrare dal vivo Antonio De Falco. Istintivamente gli scrivo una e-mail in cui sostanzialmente gli dico: ‘vuoi essere mio amico?’. Da parte sua ricevo apertura e disponibilità. Nei nove mesi successivi ci diamo appuntamenti senza mai riuscire a incontrarci. È aprile 2015, è il secondo anno dell’orto entelekia, abbiamo appena avviato l‘ortosinergicospartaco. Vado sul sito internet della libera scuola di agricoltura sinergica ‘Emilia Hazelip’ e mi iscrivo ad un corso di primo livello con docente Antonio De Falco. Chiedo al mio caro amico Luigi se vuole venire con me, risponde: ‘turbopim!’ che nella nostra lingua significa ‘sì’. Così, all’alba del 14 aprile ci mettiamo in moto dalla Bassa Romagna verso il Friuli Venezia Giulia. Con noi portiamo semi e piantine regalo

Arriviamo all’agognata destinazione, entriamo e ci troviamo davanti una quarantina di persone sedute in cerchio. Prendiamo posto. Mentre finalmente respiro quest’aria impregnata di sinergia mi guardo intorno, guardo i miei compagni negli occhi uno per uno. C’è un ragazzo alla mia sinistra, è in silenzio. Gli dico qualcosa tipo ‘secondo te, per un orto sinergico, quanto è importante usare varietà di piante antiche e salvarne ogni anno i semi?’. Nella frazione di secondo successiva alla mia domanda lo guardo con gli occhietti sbarluccicanti, mi aspetto una ‘risposta sinergica’…

insala2_preview Dice: ‘ah no! per carità! non facciamo una religione! ognuno fa l’orto come vuole! basta che si faccia l’orto!’. Istintivamente corrugo le sopraciglia pensando ‘ma quest’uomo non capisce!’ mentre la sua frase in qualche modo mi continua a riecheggiare dentro.

L’attenzione di tutti è magnetizzata da Antonio che appare dal fondo della sala, coronato da una luce sacrale proveniente dalla finestra alle sue spalle. Ci guarda in silenzio, uno alla volta. Quando incontra il mio sguardo fa un sorriso interrogativo e dice: ‘Alessandro?’. Non so come abbia fatto a riconoscermi alla prima occhiata, ma l’ha fatto! Gli rispondo sorridendo con un cenno della testa e lui continua a guardarci, concentrato.

CAM00157_previewCi presentiamo, ognuno racconta chi è, perché è qui. Conosciamo Paola, l’organizzatrice del corso che ci parla del suo progetto di orto sociale. Ci mostra il terreno, poi Antonio assieme a Marilia Zappalà e Laura Leone ci introducono alla teoria base dell’orto sinergico così come Emilia gli ha insegnato. Distribuiscono dei fogli con la planimetria del terreno e incominciamo a disegnare. Ognuno fa un progetto, una proposta sulla forma dell’orto.

progetti1_previewUno alla volta presentiamo i progetti. Sento un’energia vibrante.

IMG_0205_previewQuando tutti i progetti sono stati presentati passiamo alle votazioni. Quello maggiormente apprezzato è un disegno con le aiuole disposte da evocare l’immagine di una ragnatela. Antonio fa alcune valutazioni e dice che _ visto il tempo di cui disponiamo _ risulta difficile riprodurre questo disegno fedelmente nel terreno. Mi chiede di ridisegnarlo semplificandolo dal punto di vista realizzativo, ma mantenendo intatta l’idea di base. Mentre lo ridisegno, Antonio prosegue con delle lezioni teoriche su come far nascere alberi da frutto partendo dai semi. Alla fine esce un design ad anelli concentrici. Il gruppo lo approva. Qualcuno dice che richiama perfettamente una forma ancestrale delle otto porte di non mi ricordo cosa.

 

Andiamo al terreno, velocemente tracciamo il disegno con picchetti e cordoni. Ancor prima di averlo ultimato inizia già a sentirsi il suono delle prime badilate.

dallalto2_previewPenso alle persone che sono qui, apparentemente tutti così biodiversi, eppure da qualche parte uniti da qualcosa che ci accomuna.

DSCN0163_previewRipenso al lungo e duro lavoro dell’anno scorso quando assieme a mio fratello scarriolavamo la terra per le aiuole del nascente orto entelekia. Com’era diverso da ciò che avviene ora. Nel brulicare del gruppo ognuno porta il suo piccolo contributo ed in un lampo abbiamo finito, senza sforzo.

DSCN0176_previewTorniamo in aula, Antonio continua con le lezioni di teoria sulle semine e i trapianti, sui sistemi di irrigazione, sul ciclo ossigeno-etilene e l’autofertilità del suolo … Tutti insieme poi decidiamo cosa piantare sulle aiuole e al tempo stesso facciamo un progetto per l’impianto di irrigazione.

DSCN0180_previewMentre Antonio parla, non fa mai un discorso unico e lineare, ma apre una diramazione di argomenti che si ricollegano l’un l’altro espandendosi. Cerco di non perdermi una parola, di memorizzare tutto, ma le informazioni sono tantissime. Con il suo consenso lo registro, sia per ricordo di questa esperienza, sia per poter ripassare una volta tornato a casa.

IMG_0335_previewAl di là della forte bora che tira quasi costantemente ( a cui non siamo abituati in Romagna ) il tempo sembra essere dalla nostra parte. Ha fatto una piccola pioggia burrascosa, ma la terra non si è quasi neanche bagnata. Possiamo procedere.
Arriva tutto il necessario per l’irrigazione. È la prima volta che vedo come si fa. Su ogni aiuola Antonio ci fa mettere una linea di ala gocciolante che percorre tutto il bordo, chiudendosi ad anello. Ci fa collegare tutte le aiuole tra loro in modo che tutto l’impianto sia un circuito autocompensante.

DSCN0218_previewAntonio ci ha fatto stendere uno strato di compost sulle aiuole. L’ideale sarebbe il compost casalingo, autoprodotto, ma in quest’occasione sono riusciti a trovare solo quello che vendono in sacchi. Sul compost facciamo le semine, seguendo la tabella che avevamo precedentemente disegnato. Copriamo tutto con una pacciamatura di paglia uniforme che scostiamo appena per effettuare i trapianti.

DSCN0264_previewUn’esperienza di ‘solo’ cinque giorni, raccontati ora in poche righe, ma vissuti sulla pelle come un sogno fuori dal tempo. Intenso. Ricco di nozioni ed emozioni. Ricco di cose belle, di umanità. Il primo giorno quando ci siamo presentati eravamo 40 individui, più o meno tutti estranei, ognuno nel proprio flusso di energia. Poi piano piano qualcosa ha incominciato a fluire da uno all’altro, finché siamo diventati un gruppo, sempre formato da individui, ma che condividono l’energia.

inorto_gruppo2_previewSiamo a fine corsa, molti sono già andati via, tra questi Antonio, Marilia e Laura. Conoscerli è stato un onore. Ci siamo salutati con la promessa di ritrovarci, prima o poi. Prima di partire Antonio ci ha detto: ‘ragazzi, io vi ho insegnato questo modo di fare l’orto, ma non prendetelo come una legge, sentitevi liberi di fare anche il contrario di quello che vi ho detto, provate, provate tutto!’.

In pochi siamo rimasti nel centro dell’orto. In silenzio respiriamo l’ultimo attimo in cui siamo ancora insieme prima di salutarci. Un ragazzo schiocca le dita e dalla mano gli appare un pendolino metallico, nell’altra mano tiene un foglietto con stampato un quadrante simile a quello del goniometro. Tutti lo guardiamo, la sua mano è ferma, il pendolino inizia a muoversi su una traiettoria circolare.

IMG_0590_previewPrima compie piccoli cerchi, via via sempre più grandi, finchè improvvisamente prende una direzione trasversale, solcata con una vibrazione decisa. Il pendolo non si schioda più da questa linea, e tantomeno sembra voler rallentare o fermarsi.  Lo guardiamo un po’ divertiti, un po’ interrogati. Nella più totale naturalezza dice: ‘Eh ragazzi, quando il primo giorno ho misurato l’energia non era così alta! Guardate quanto segna! È lo stesso livello che c’è nei punti sacri che scelgono per posizionare l’altare della chiesa!’. Ci guardiamo, qualcuno ride, qualcuno fa sì con la testa capendo esattamente ciò che sta dicendo, ma al di là di tutto, nell’aria si sente benissimo quest’energia, così densa da poterla tagliare a fette.

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continua …

 

 

 

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