I lavori continuano: l’orto si trasforma in un cantiere per la bramata rinascita dell’abbazia dei pomodori e parallelamente continuiamo le semine invernali, intaccando le ulitme immacolate trecce di aglio adorato.Mentre le sciogliamo ricordiamo il momento in cui le stavamo intrecciando, quando non pensavamo che sarebbe mai arrivato il tempo di guastarle. Mentre le scartiamo contempliamo la sensazione di entrare a contatto con qualcosa di nuovo e festoso, come da bambini quando aprivamo i regali di natale. Da ogni testa selezioniamo gli spicchi migliori e nitidamente sentiamo ancora scorrergli dentro tutte le energie che si sono mosse per arrivare a farli esistere.Le quattro aiuole che fino ad oggi abbiamo riattivato a cominciare dal fondo dell’orto sono completamente seminate con aglio, scalogno e fave. Ora è il momento di recuperare le prime tre aiuole dove l’anno scorso sorgeva ‘l’abbazia dei pomodori’. Rimuoviamo una ad una le navate di bambù, raccogliamo le ultime piante rimaste e poi effettuiamo la minima lavorazione del suolo rimescolando la materia organica superficiale (aggiunta l’anno scorso) ai primi decimetri di terra madre. Il risultato dopo un anno di decomposizione ed umificazione è davvero notevole. Il suolo inizia veramente a rigenerarsi, piantargli aglio e fave è una gioia. Ora che questa batteria di sette ‘aiuole corte’ (di cui la numero uno non ha ricevuto alcun tipo di lavorazione) sono completamente riattivate è il momento di far risorgere l’abbazia, questa volta non più in canne di bambù, bensì in tondino di ferro. Il cantiere è aperto. Con un semplice sistema di assi e pietre assembliamo una micro impalcatura mobile, sufficientemente alta per lavorare sulle aiuole senza calpestarle.Ogni ferro è lungo 2,50 metri (lo interriamo per 60 centimetri). In ogni aiuola mettiamo 4 ferri portanti (diametro 1cm), 6 ferri da sostegno per i futuri pomodori (diametro 0,8cm) e 1 ferro come trave maestro (diametro 0,8cm). Ogni giuntura è fissata con della cordella annodata, rinforzata con una fascetta per sicurezza (dove serve).
Entusiasmato del risultato porto mia mamma nell’orto e le annuncio: ‘Ecco il nuovo modello della singola navata per quest’abbazia dell’orto entelekia 2018! Progettata per essere indipendente ed autoreggente, all’occorrenza è predisposta per ricevere una copertura di tessuto non tessuto / telo ombreggiante / antigrandine / nylon a seconda delle necessità!’‘La navata aiuta anche la scansione spaziale e la gestione del suolo. Con i sostegni di ferro disposti a 50 centimetri lungo la linea centrale ogni aiuola può ospitare ad esempio 6 piante di pomodoro rampicante alternate da altrettante postarelle di fave, in sinergia con una doppia fila periptera di aglio / scalogno / cipolla. Non dimenticheremo di far presenziare anche qualche calendula, tagete e nasturzio ed abbondare via via con sempre più biodiversità’.‘Vedi mamma?’ _ le domando _ ‘Vedi la prospettiva di Brunelleschi?! Mettiti qui, è questo il giusto punto di osservazione!’.Intanto i primi agli e le prime fave continuano a prosperare.
Ed ecco che anche le erbe pioniere presenziano all’appello, fedeli come il respiro (per ora solo nell’aiuola numero 1).
Ora che la nuova abbazzia è sorta possiamo procedere recuperando il lembo di terra che costeggia la rete di recinzione rivolta verso la strada. L’anno scorso qui avevamo steso la parte più grossolana del cippato, principalmente pezzi di corteccia di varia misura.Secondo il principio permaculturale ‘valorizza il margine’ ci piantiamo le belle fave (autoprodotte) e le cipolle (spigolate) che germogliano nelle cassette. Prima però: minima lavorazione del suolo.Con il metro intuitivo forgiato appositamente per questo quinto anno dell’orto entelekia, ci accingiamo a mettere le fave verso la rete (una fila) e le cipolle verso il camminamento (due file).Le cipolle le mettiamo fitte e abbastanza profonde, sapendo che si giocano tutto in poche settimane, giusto il tempo di crescere fino a produrre i cipollotti da fresco. Volendo si possono lasciare finché andranno a fiore e poi a seme.I ciuffetti già presenti che spuntano dalla terra quasi sicuramente si prenderanno una ghiacciata demoralizzante. Ma saranno in grado di ambientarsi e produrre nuovi germogli più resistenti dal confort della loro nuova dimora.Mentre non abbiamo ancora ultimato la riattivazione del margine sud, contemporaneamente portiamo le prime carriole di nuovo cippato, intanto per coprire abbondantemente tutti i camminamenti, ma in futuro quando sarà il momento giusto lo metteremo anche sulle aiuole come pacciamatura generosa.