Bagnacavallo – Corso di Agricoltura Sinergica con Antonio De Falco _ Aprile 2016

Una volta tornato in territorio romagnolo sono ancora imbevuto di energie vibranti. L’esperienza vissuta in Friuli la porto dentro ad ogni passo che muovo, mentre rimetto mano all’orto entelekia (che è già al secondo anno) e mentre inizio a collaborare con i signori vicini nella terra dei mammut. Parlando scopro che anche loro sono stati allievi di Antonio qualche anno prima di me, e così ci diciamo quanto sarebbe bello invitarlo a fare un corso qui.
Mentre le lune si susseguono questo desiderio continua a riecheggiare nell’universo, finché un bel giorno varco la soglia della determinazione e scrivo ad Antonio facendogli l’invito ufficiale, a cui risponde con entusiasmo e positività. Quello che prima era un desiderio ora inizia a trasformarsi in realtà
1Sono arrivati ragazzi da tutta Italia: dal piemonte, dall’abruzzo, dalla toscana e dalla puglia, tutti riuniti qui nella bassa romagna per conoscere Antonio De Falco e farsi portare per mano nel mondo dell’agricoltura sinergica di Emilia Hazelip.
Durante la presentazione ci accorgiamo che siamo quasi tutti ragazzi sotto ai trent’anni, a detta di Antonio è forse il gruppo più giovane che ha mai incontrato ad un corso. Trovo molto bello vedere altri ragazzi rispondere al richiamo della terra.
Schermata 2018-01-10 a 23.07.31Dopo le presentazioni Antonio inizia con una lezione teorica sulle semine e i trapianti. Riesco a registrarlo con la telecamera, il montaggio di questo momento è visibile qui.
Una volta chiarite le domande dei ragazzi passiamo subito alla progettazione per il design dell’orto. Disegnamo tutti, chi da solo, chi in coppia, chi in gruppo, e mentre lavoriamo ci consultiamo, scambiamo punti di vista, chiacchieriamo.
schermata-2018-01-10-a-23-16-12.pngQuando i progetti sono pronti li appendiamo tutti assieme ad una bacheca estemporanea dove ognuno vota quello che preferisce.schermata-2018-01-10-a-23-19-51.pngIniziamo subito a tracciare a terra la forma scelta dal gruppo: la doppia spirale a chiave di violino. Muniti di sofisticati picchetti di bambù e spago applichiamo il rigoroso sistema di Archimede per trovare la corretta linearità.Schermata 2018-01-10 a 23.23.51Le due spirali tracciate con metodo geometrico, una a destra e l’altra a sinistra, per un errore di calcolo non riusciamo a combinarle al centro dell’orto. Mentre siamo coinvoltissimi, intenti a ricalcolare la curvatura parabolica ellissoidale peristaltica, Antonio prende una zappetta e ci ricorda l’efficacia del disegno a mano libera segnando due semplici linee intuitive che mettono armoniosamente in collegamento le due spirali. Ora si può sbadilare a profusione!Schermata 2018-01-10 a 23.25.59Ancora una volta si manifesta la magia del gioco di squadra. Lavorando divertendoci e senza fatica, la forma delle aiuole appare in un batter d’occhio con anche l’impianto di irrigazione .orto.jpgÈ il momento di fare una pausa e tornare alle lezioni teoriche, Antonio ci parla di funghi, micorrize, parassiti, culla genetica, piante scostumate e vibrazioni. Riesco a registrarlo con la telecamera, il montaggio di questo momento è visibile qui e qui  Schermata 2018-01-10 a 23.40.42Ora che tutto è pronto si passa alla scelta dei semi da piantare. Guardo le mani di Antonio e guardo il gruppo, tanti ragazzi venuti da lontano. Ci siamo conosciuti poche ore fa, ma sento che stiamo già diventando amici, risuonando sulla stessa onda.
Schermata 2018-01-11 a 21.14.31 Poi guardo gli amici che già conoscevo _ quelli a cui chiesi quasi per scherzo se volevano partecipare a quest’esperienza _ quelli che mi sorpresero accettando il mio invito _ quelli che ora sono qui con me, a condividere questo momento importante, e di questo son tanto contento.Schermata 2018-01-10 a 23.27.35Antonio prende i fagioli e ci fa vedere come seminarli con l’aggiunta di una leggera, leggerissima spolverata di cenere (reperita apposta dal cassetto della stufa a legna) che può aiutarli nella germinazione visto il suo contenuto di potassio.Schermata 2018-01-10 a 23.26.55Poi uno ad uno prendiamo tutti parte alla semina, qualcuno pianta i fagioli, qualcuno l’insalata da taglio, qualcuno la pastinaca, il ramolaccio, il crescione. Schermata 2018-01-10 a 23.34.15Ognuno mette la sua energia, come una tessera in un mosaico di vita. Tutte queste semine avvengono su un letto di compost autoprodotto precedentemente steso sulle aiuole.

Subito dopo le copriamo con una pacciamatura di paglia biologica prodotta da un agricoltore vicino. Apriamo l’irrigazione per inumidire le aiuole e permettere ai semi di svegliarsi, e contemporaneamente facciamo entrare in scena le piantine che abbiamo preparato con tanto amore apposta per l’occasione.schermata-2018-01-10-a-23-49-17.pngMan mano che trapiantiamo, l’atmosfera sfuma in uno stato di rilassamento e beatitudine, nella contemplazione rigenerante di ciò che abbiamo creato insieme.Schermata 2018-01-10 a 23.52.11Sta per calare il sole, ma prima di concludere la giornata Antonio ha in programma una lezione teorica sul ciclo dell’ossigeno e dell’etilene, il processo naturale che determina l’autofertilità del suolo nei terreni in cui l’humus è intatto. Questo momento è visibile qui al minuto 44 del video integrale di questa esperienza.Schermata 2018-01-10 a 23.54.19Terminata questa lezione arriva una visita a sorpresa, Luciano Furcas, amico di vecchia data con Antonio, ‘casualmente’ di passaggio per la bassa romagna. Schermata 2018-01-10 a 23.57.25Era da alcuni anni che lui ed Antonio non si incontravano. Si sono ritrovati proprio qui, proprio in questa occasione. Chi l’avrebbe mai detto? Questo momento è visibile qui al minuto 59 del video integrale del corso.Schermata 2018-01-10 a 23.59.16La presenza di Luciano è come la ciliegina sulla torta. Lo invitiamo a mangiare con noi per l’ultima cena del corso. Accetta e continua per tutta la sera a infondere nell’aria le sue buone vibrazioni. In nottata riprende il suo cammino, lasciandoci in dono delle talee di boldo ed un bellissimo ricordo.Schermata 2018-01-11 a 00.10.45La notte passa, e siamo all’ultimo giorno. Il momento dei saluti. Prima Antonio consegna gli attestati e le ‘bomboniere’ coi semi che abbiamo preparato per i ragazzi.Schermata 2018-01-11 a 00.06.44 Poi ci raduniamo più intimamente e ognuno racconta la propria percezione di questa avventura. Ancora tanta energia ed emozioni che si muovono. La cosa che più mi fa felice è vedere che i ragazzi hanno vissuto sulla pelle la stessa cosa che provai nel corso in Friuli, e qui l’ho rivissuta con loro. Quella vibrazione, così chiara, così bella, così reale.. è come un seme, che resta dentro. Missione compiuta.13293035_1728766210731190_1789185937_nDopo la partenza dei ragazzi resto in compagnia del silenzio e ripenso a una cosa che disse Antonio: ‘L’agricoltura sinergica non è solo fare un orto, l’agricoltura sinergica è una scusa per parlare d’amore’. Trovo che sia proprio così. È questa la cosa che volevo rivivere e far vivere ai ragazzi, l’esperienza dell’amore che si genera così spontaneamente quando le persone si sintonizzano e si orientano tutte nella stessa direzione. L’orto è stato veramente un bellissimo pretesto per ricordarci quanto è bello esercitare l’umanità e l’amorevolezza che possiamo emanare attraverso il nostro cuore. orto odara corsoLe lune continuano a passare finché un giorno d’estate Antonio torna a farci visita a gran sorpresa. Si trova di nuovo in zona perché Alessandra _ che ha partecipato a questo corso _ ora vuole organizzarne uno da lei, poco distante da qui. Che bello poter riguardarlo negli occhi, poter parlargli nuovamente, poter osservare l’orto e vedere insieme cosa è andato bene e cosa invece si può migliorare. 13487352_1738858439721967_440497759_nAd aprile, mentre ci salutavamo all’ultimo giorno del corso, gli dicevo che mi sarebbe piaciuto poter fare qualcosa per l’agricoltura sinergica. Rimanere in contatto, prestare servizio in modo costruttivo affinché questa realtà possa crescere e riseminarsi dove il terreno è pronto per accoglierla. Quel giorno, in quel momento, eravamo nel picco dell’energia discendente. Era esausto quasi da non reggersi in piedi eppure doveva ripartire in macchina per un viaggio di non so quante ore. Nel ritmo del suo respiro calmo che si sovrapponeva al ticchettio dell’orologio da muro, Antonio riuscì solo a guardarmi sorridente rispondendo: ‘ci sta!’ e poi partì.
Nei giorni successivi rimasi in equilibrio su un punto interrogativo. Ripensavo a questo momento, mi riecheggiava dentro la sua affermazione, e mi domandavo nell’atto pratico come si traducesse quel ‘ci sta!’.
La mia domanda, silenziosa, riecheggiò nell’universo.
Ora Antonio è di nuovo qui e chiarisce il mio interrogativo dicendomi:
‘Stiamo organizzando un corso a Campiano, da Alessandra, vorresti farmi da assistente?’.
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continua …

 

 

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