Diario dell’Orto – quinto anno – capitolo 3 (gennaio)

SONY DSCGennaio, tempo di semenzaio! Nel cassone centrale della serra semino tutto quello che mi capita tra le mani: lattughe e cavoli di ogni sorta, basilico, calendula, bietola, ombrellifere e tante altre.
Sopra al cassone pende una mensola con le piccole cipolle di Alife che crescono lente, ma inesorabili.SONY DSCSono nate dai semi ricevuti in dono da persone care che da anni riproducono questa rara ed antica varietà salvandola dall’estinzione.
Accanto al cassone osserviamo con gioia il risveglio delle radici provenienti dalla puglia, direttamente dalla carciofaia avviata dalla bisnonna di Giulia tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.SONY DSCParallelamente mi tornano alla memoria quelle belle e poche patatine blue d’artois che facemmo l’anno scorso. Chissà come stanno! Se fino a qualche settimana fa erano ancora sode ed immacolate come appena raccolte … ora manifestano una tenace voglia di vivere.SONY DSCDelicatamente le districo una alla volta e le taglio in modo da separare i singoli germogli.SONY DSCDopo una notte di riposo per lasciare che il taglio si asciughi, preparo una buona quantità di terriccio mescolando 2 parti di terra madre con 1 parte di foglie parzialmente decomposte, 1 parte di letame-trucciolato maturo e 1 parte di torba (unico ingrediente comperato, che nel tempo voglio arrivare a smettere di comprare). SONY DSCPreparo così 120 vasetti, ognuno con un pezzetto di patata germogliato. Taglio la parte dei germogli che sporge fuori dal terriccio per far ‘ricacciare’ gli internodi inferiori che avranno più vigore, poi le ripongo con cura in serra accanto ai carciofi.
Con il terriccio rimasto riempio qualche altro vasetto e qualche plateau, allestendo una piccola serra artificiale per seminare d’anticipo: peperoncini, pomodori, zucchini, cetrioli, gombo okra e qualche vasetto sperimentale con iperico, liquerizia e basilici rari di cui ho solo pochi semi.
SONY DSCEntro pochi giorni ha inizio il risveglio. Assistere a questo fenomeno miracoloso, ogni volta è sublime.

A meno di due settimane dalla nascita già ci sarebbe qualcuno pronto ad essere trapiantato. Sarà meglio sbrigarsi con i lavori per la nuova serra che vogliamo fare appositamente per loro!SONY DSCIntanto procedono anche i lavori nell’orto. Dopo aver riattivato a dicembre le prime 7 aiuole, ora è il turno di far risorgere l’aiuola n° 8, con la stessa tecnica già illustrata nei capitoli precedenti.

Per questa volta qui facciamo una piccola estensione intensiva di lattughe mosaicate. 38 piantine in circa 3 metri di aiuola strutturata su cinque file distanziate tra loro di 20 cm. La scelta di questa piccola monocoltura è per avere un metro di paragone e ossevare poi la differenza tra la crescita di queste e la crescita di quelle che inseriremo “sinergeticamente” nelle altre aiuole dove già stan crescendo aglio e fave.

Con lo stesso metodo e con la stessa idea di base, nel terreno inerbito da decenni ricaviamo una nuova aiuola, la n° 9, in cui però mettiamo delle cipolle estive (per sta volta comprate in mazzetto al vivaio, ma quest’altranno saranno le nostre fatte da seme, promesso) e nella fila centrale piantiamo gli ultimi spicchi di agli speciali appena ricevuti in dono da amici.

NOTA BENE: [l’aiuola n° 8 è stata per un anno coperta dal multistrato di cippato-foglie-paglia. Solo quest’anno è stato tutto rimescolato nei primi centimetri di terra madre; nell’aiuola n° 9 invece abbiamo aggiunto e rimescolato da subito uno strato di cippato parzialmente decomposto (ma neanche troppo decomposto). Esperimento per vedere la resa di un’aiuola attivata con l’immediata rimescolanza di cippato e compararla con quella delle altre che invece hanno visto questa rimescolanza solo dopo 13 lune dalla pacciamatura multistrato.]

Lungo la recinzione sud i cipollotti si sono ripresi alla grande, tenendo testa alle poche ma rigide gelate notturne.SONY DSCNelle aiuole di scalogno e fave, finalmente con grande emozione vediamo spuntare le prime belle gioie.

Lungo la recinzione ovest (aiuola n° zero) l’aglio biancone di romagna e le fave avanzano con fierezza resistendo anche al passaggio dei gatti di tutto il vicinato che hanno eletto l’orto entelekia come loro parco giochi (anche questa è biodiversità).

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la parte giallina al colletto degli agli al centro della foto è il principio di sbiancamento messo in moto dalla parziale sepoltura di cippato che hanno ricevuto per mano dei felini imbizzarriti.

Ed ora entriamo nel vivo dell’osservazione!

Aiuola n°2
dopo aver avuto per un anno la pacciamatura multistrato (
cippato, foglie, paglia), in seguito alla riattivazione ed alla semina di novembre al momento ospita l’aglio per ora privo di erbe spontanee.SONY DSC

Aiuola n°1
l’anno scorso fu l’unica in cui non mettemmo il multistrato di cippato-foglie-paglia. Rimase con una pacciamatura di solo paglia che permise il compattamento e l’inerbimento totale. Dopo la piantumazione di novembre ora è la prima ad esplodere di erbe spontanee.SONY DSCLe esperienze di questi anni ci hanno fatto capire quanto sia certamente importante frenare la competizione delle erbe spontanee a favore della crescita delle nostre tenere piantine. Non tanto per paura che le spontanee possano sottrarre nutrimenti dal suolo (credenza popolare smentita persino dallo stesso Barone Justus Von Liebig*, che sosteneva l’idea secondo cui le piante impoveriscono il terreno), semplicemente vogliamo evitare che entrino in competizione per la luce.SONY DSCCosì muniti di coltellaccio scalziamo con cura tutte le erbine, appena sotto il livello del suolo e magicamente gli aglietti riemergono.

Vedi nella foto qui sotto (all’interno dell’aiuola delineata dallo spago bianco): a destra è dove sono passato con il coltellaccio senza aver ancora aggiunto il cippato.
A
sinistra è dove ho aggiunto il cippato subito dopo il coltellaccio.
Ad ogni atto di manutenzione del suolo si arricchisce l’aiuola con materia organica, questa trovo che sia una delle chiavi del percorso per rigenerare la terra coltivandola.
SONY DSCUna volta aggiunto il cippato anche a destra per un primo momento copro tutto con del tessuto non tessuto, essenzialmente per tenere fuori i gatti che ci si raviolerebbero come matti. SONY DSCOsserviamo come lo spessore di cippato aggiunto sia abbondante e concentrato verso il centro degli interfilari, lasciando aria al colletto delle piante.SONY DSC Questo nuovo anno l’orto entelekia è risorto con sembianze apparentemente sbilanciate sul rigore pettinato tipico degli orti convenzionali _ ebbene _ un respiro dopo l’altro, rispettando i tempi richiesti da ogni tipo di ortaggio, arriviamo ad attuare le prime consociazioni caratteristiche dell’Agricoltura Sinergica: le fave al centro dell’aiuola e sui bordi l’aglio (piantati a novembre) a cui andiamo ad accompagnare le prime insalate.SONY DSCSi procede con una meticolosa ed accurata opera di trapianto:
1- aprire uno spazio nel cippato dove si intende mettere la piantina.
2-rimescolare (a mano) il cippato rimasto in superficie con la terra madre sottostante.
3- bagnare bene e predisporre il foro che ospiterà la piantina.
4- aggiungere un po’ di terra madre all’interno del foro, affinché le radici inizino a svilupparsi e ad attecchire.
[
La scelta di aggiungere la terra madre al trapianto deriva dall’osservazione dell’anno scorso: Sulle aiuole feci i trapianti direttamente nella pacciamatura multistrato di cippato-foglie-paglia e notai decisamente la loro sofferenza nel trovarsi in un ambiente privo dell’elemento terra]
5- mettere a dimora la piantina.
6- aggiungere un po’ di terra madre anche attorno alla parte sporgente del panetto di terriccio, sempre per favorire il sano radicamento.
7- bagnare ancora un po’.
8- richiudere la pacciamatura di cippato, facendo attenzione a lasciare libero il colletto della piantina.

SONY DSCL’aiuola n°1 ospita una sola fila di insalate esternamente, poiché al centro le fave si prenderanno tutto lo spazio. SONY DSCNell’aiuola n°2 invece la fila centrale ospita l’aglione bianco della valdichiana che non è ancora spuntato, così mettiamo una doppia fila di insalate a cavallo delle file interne di aglio rosso.SONY DSCLe prime due aiuole dell’orto entelekia iniziano ad arricchirsi di biodiversità sinergica. Durante febbraio e marzo popoleremo anche le altre aiuole per avere poi una raccolta a scalare.SONY DSCIl mese è ormai al tramonto, ma la sperimentazione continua nel capitolo 4SONY DSC

In conclusione ci tengo a riportare dal libro ‘Agricoltura Sinergica – Le origni, l’esperienza, la pratica’ il testamento del barone Justus Von Liebig (pag.167)

“Sfortunatamente la vera bellezza dell’agricoltura, con i suoi stimolanti principi intellettuali è quasi misconosciuta. L’arte dell’agricoltura si perderà per colpa di insegnanti ignoranti, ascientifici e miopi, che convinceranno gli agricoltori a riporre tutte le loro speranze in rimedi universali, che non esistono in natura. Seguendo i loro consigli, abbagliati da risultati effimeri, gli agricoltori dimenticheranno il suolo e perderanno di vista il suo valore intrinseco e la sua influenza. Confesso volentieri che l’impiego dei concimi chimici era fondato su supposizioni che non esistono nella realtà. Questi concimi dovevano condurre ad una rivoluzione totale dell’agricoltura. Il concime di stalla doveva essere completamente abbandonato, e tutte le sostanze minerali asportate dalle coltivazioni dovevano venire rimpiazzate con concimi minerali. Il concime avrebbe permesso di coltivare sullo stesso campo, con continuità ed in modo inesauribile, sempre la stessa pianta (il trifoglio, il grano ecc.) secondo il piacere e le necessità dell’agricoltore.
Avevo peccato contro la saggezza del Creatore ed ho ricevuto la giusta punizione.
Ho voluto potare un miglioramento alla sua opera e nella mia cecità ho creduto che nel meraviglioso concatenamento delle leggi che uniscono la vita alla superficie della terra _rinnovandola continuamente_ un anello fosse stato dimenticato e che io, povero verme impotente, dovevo fornire.
La mia ricerca sul suolo mi conduce ora a dichiarare che sulla superficie esterna della terra la vita biologica si svilupperà sotto l’influenza del sole. Il grande Maestro e Costruttore ha dato ai frammenti della terra la capacità di attrarsi e di contenere in sé tutti gli elementi necessari per nutrire piante ed animali, così come un magnete trattiene le particelle di ferro senza perderne neppure una. Il nostro Maestro ha aggiunto una seconda legge alla prima, in base ad essa le piante e la terra con cui sono in relazione diventano un enorme apparato di purificazione per le acque. Con questa particolare abilità, la terra rimuove dall’acqua tutte le sostanze pericolose per l’essere umano e gli animali, tutti i prodotti del decadimento e della putrefazione sia che derivino dagli animali che dai vegetali.
Quello che può giustificare il mio comportamento è la circostanza che l’essere umano è un prodotto del suo tempo, e riesce a liberarsi dalle opinioni comuni solo sotto una violenta pressione che lo spinga a radunare tutte le sue forze per liberarsi da queste catene di errati condizionamenti. L’opinione che le piante dovessero trarre il loro nutrimento da una soluzione formata nel suolo con l’acqua piovana (nota: si riferisce ai fertilizzanti minerali aggiunti, disciolti dalle piogge) era un’opinione diffusa ed era scolpita nella mia mente. È stata questa opinione sbagliata la fonte del mio assurdo compotamento. Quando un chimico sbaglia nella stima dei fertilizzanti, non siate troppo critici verso i suoi errori, perché ha basato la sua conclusione su fatti che non può conoscere dalla sua esperienza, ma piuttosto che ha tratto da testi di agricoltura che considera giusti ed affidabili.
Dopo che ho imparato il motivo per cui i miei fertilizzanti non erano efficaci nel modo giusto mi sono sentito come una persona che ha ricevuto una nuova vita. Finalmente tutti i processi di coltivazione si possono spiegare sulla base di leggi naturali che li governano. Ora che il principio è noto e chiaro agli occhi di tutti, rimane solo lo stupore per non averlo scoperto molto tempo fa.
Ma lo spirito umano è una cosa molto strana, e così quello che non si adatta perfettamente allo schema del pensiero comune, semplicemente non esiste”.

 

 

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